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è una cosa così
che non capita mica frequente
a tutta la gente
è una cosa così che ti pizzica il culo
a volte ti scalcia da mulo
ti brucia un poco i precordi
ti sminuzza i ricordi
ti strappa la giacchetta
quando hai più fretta
è una cosa così
un po’ scema
un po’ calda
malata di tepore di sapore di more
un po’ amare piccanti
talvolta strazianti
da sterpacuore
MarioB.
10.1.2006
Foto inviate da Mf http://metafisica.splinder.com/
Non vado in Messico
non vado al massimo,
mi si è rotto pure il minimo,
cazzo,
che vvita k’aggi’ a ffà,
non mi sono rimaste che
una dozzina di viti Parker.
Perché la vita
è comme una vite Parker
più la mandi giù
più tiene sù
però sa se spann ‘o filetto
casch ggiù
e finisci in cataletto.
Lo dicette pure Aristippo,
e mio cugino Filippo
MarioB.
Così aveva dato ordine a Miss Herbert (era la sua domestica) di non entrare più nella sua stanza da letto se non per portargli il caffelatte al mattino e, anche se a quella le si era inasinito il muso, poi non aveva più cambiato la sua decisione.
Il cancro gli aveva fatto questo regalo – questo suo corpo che ora sentiva così bene perchè gli si era mutato in cattiveria pura (quando altro lo si percepiva così bene? Nel coito forse e forse, anche, nel pensiero …)
L’ultima volta che l’aveva fatto per poco non era scoppiato a ridere.
E con quella sua piccola voce diventata tremula come un budino, aveva accennato a un’aria d’opera ed aveva pensato che la morte era così terribilmente melodrammatica e si era anche pianto un po’ addosso.
Ma prima c’erano state così tante versioni di cui non ricordava che sbrindellature.
Quel "far posto" – per esempio – era stato "accettare", "dire di sì", "non ostacolare", "aprirsi". ("Vomito d’Heidegger" s’era detto)
Ma quella mattina era il 27 aprile ed era nevicato tutta la notte.
Curioso. Anche Miss Herbert che sulle vicissitudini del tempo era più infallibile d’un papa cattolico apostolico romano, aveva dichiarato che d’aprile non era mai, ma proprio mai, nevicato. E mentre lo diceva metteva giù il vassoio con il caffelatte e lo guardava con l’aria di voler scoprire come diavolo avesse fatto.
L. W. aveva sorriso ed aveva pensato che le altre volte lui non stava mica morendo e la neve sera sempre stata una sua cara amica.
Poi aveva guardato fuori il pesco coi fiori bianchi. Ma era neve o erano fiori?
Il giorno dopo – quando Miss Herbert era arrivata davanti alla casa, alle sei come tutte le altre volte – aveva trovato solo un’enorme cumulo di cenere ed aveva pensato che sì, in fin dei conti, quell’uomo non le era mai piaciuto.
Mancano ancora 17 indirizzi da raggiungere (su un totale di 29 fermate). Spero sempre che le Poste ci assistano, e che nulla vada perso tra una tappa e l’altra. Chi ancora non l’ha ricevuto, possa pazientare e sappia che il viaggio prosegue: il cammino del quadernetto è lento ma inesorabile. Cammino verso dove? Intanto, verso uno scanner, per poter farne copia anastatica da ri-condividere in rete, pagina per pagina. (il tag di Flickr dedicato ai moleskine conta, ad esempio, migliaia di foto)
Il modello che avevo in mente, implicitamente, sono i meravigliosi taccuini di viaggio di Le Corbusier (si parva licet…) pubblicati dalla Electa (chissà, magari a fine viaggio ci mettiamo pure a cercare un editore per il quaderno, se lo vorrete….). La finalità del viaggio del quadernetto rimane, però, il viaggio in se stesso. E la meraviglia. Il leggero stupore del ricevere in dono, gratuito, postale, improvviso, le parole, i disegni, le tracce lasciate dai destinatari precedenti. L’essenziale del QCV sta, per me, in questo sentimento infantile, puro, della gioia di ricevere/donare. Posso solo ringraziare chi ha voluto partecipare fin qui, con la propria creatività e le proprie parole, ad alimentare questo sentimento.
Mi rifaccio al bel testo della nostra amica poetessa Arden http://solotesto.splinder.com/ per mettere qui questa immagine della quanto mai significativa incisione di Durer: Melencolia
Misteriosa immagine ricevuta via MMS da Sabrina (attuale provvisoria dentrice del quadernetto). Dice che è lavoro in costruzione…..
coi nostri soliti amici a parlare di morti presunte
esequie premature defunti insepolti
scannamenti futuri e pali di frassino
in un luogo freddissimo