Ho scritto, or son due dì, un commento ad un post dedicato a Paolo Nori, scrittore, sul blog de La Poesia e lo Spirito, (che poi scomparve per motivi imperscrutabili col post medesimo).
Nel detto commento mi sono permesso di dire che secondo me Paolo Nori, che pratica narrativa, crea prodotti di intrattenimento di livello medio/ buono.
Il nostro Andrea Barbieri, il leggendario Titonko, perspicace amico dai tempi di Holdenforum, ribattè che Nori non scrive prodotti di intrattenimento. ( qualcosa di meglio, diciamo..)
La controbattuta mi ha lasciato perplesso, ma mi ha fatto riflettere.
A me pare di aver consapevolmente usato, sia il termine “prodotto” sia quello “intrattenimento”, perché un racconto, un romanzo possono essere definiti “prodotti”, in quanto generati, prodotti dall’intelletto, dall’ingegno umano.
Non è che il termine “prodotto” indichi solamente un manufatto, cioè un rubinetto, una caffettiera, un bicchiere cioè oggetti tangibili e materiali ( per altro un bicchiere, una caffettiera, un rubinetto possono essere, oltre che utili anche ingegnosi, belli, di interessante disegno).
Quindi non mi pare che quella parola sminuisca il parto letterario.
Per altro Italo Calvino, senza troppa meraviglia, ma con un po’ di riluttanza, nella prefazione della bella riedizione del suo” I sentieri dei nidi di ragno” del 1964 accennava ai racconti, ai romanzi come “prodotti”, ovverosia accettava questa definizione dopo decenni in cui il genere narrativo era sacralizzato quasi fosse uscito da emanazioni da cerebrali strati empirei.
Per passare all”intrattenimento” potrei pensare che anche che questa locuzione comunemente sminuisca, tolga valore alla lettura, alla riflessione sul prodotto letto.
E io non la penso proprio così.
Sono convinto che l’intrattenimento non sia altro che un’attività quasi sinonima del passatempo, cioè uno si intrattiene, “tiene” occupato il suo tempo, (in genere il tempo libero dalla ”fatica”) con l’attività che predilige.
Se uno come passatempo si intrattiene facendo sconce telefonate a fimmine o masculi penso non faccia buona cosa. Se un altro legge romanzi, ascolta musica, dipinge, monta condutture, vernicia persiane forse fa meglio, comunque non squalifica il suo tempo.
Per altro grandissimi capolavori sono stati generati come prodotti da intrattenimento, specialmente in campo musicale: concerti, opere liriche di esimi compositori sono stati partoriti, scritti, eseguiti per intrattenere il colto e l’inclita…
Per che furono scritte le “Quattro stagioni” da Vivaldi?
Per guadagnarsi il pane facendo passar bene il tempo ad un esimio uditorio, per dilettare persone.
Se mia cugina Gina si intrattiene, passa il tempo e si diletta rileggendo Anna Karenina io son ben contento, così non rompe le scatole a me e mia moglie e a mio cugino con sordide fantasie sul delitto di Garlasco.
Quindi, alla fin fine, con le mie definizioni, non volevo svalutare in nessun modo i prodotti narrativi di Paolo Nori, di cui ho letto ben tre libri, e mi sono pure divertito.