Ho finito oggi di leggere “La milleduesima notte” (Die geschichte der 1002.nacht) del mai abbastanza lodato Joseph Roth, l’ultima sua trafiggente opera, del 1939, pubblicata postuma, che mi ha decisamente intristito.
Il brano finale, davvero degno testamento letterario, mi ha fatto da un lato correre ai famigliari e singolari personaggi della nostra amica cartografa opi (ovvero Azu), dall’altro al connotato frequente di tanta narrativa nera che va di moda:
Il vecchio Tino Percoli, che continuava a fornire figure di cera al Bioscopio Mondiale e conosceva la Storia di Mizzi Schinagl, soleva dire talora:
“ Io potrei magari fabbricare figure che abbiano cuore, coscienza, passioni, sentimenti, moralità. Ma nessuno ai mondo ne vuol sapere. Quello che vogliono a questo mondo sono soltanto le curiosità, i mostri. Ecco quello che vogliono, i mostri! ”.
26 commenti
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14/10/2008 a 02:46
dipocheparole
L’è vera neh. E non li vogliamo solo al museo delle cere, ma anche in parlamento. (che poi è uguaglio).
14/10/2008 a 22:45
opi
t’ha fatto correre a me, maestro? sono annichilita dal parallelismo, maestro, ma forse non ho capito bene.anzi è sicuro.
ps.
ho letto da qualche parte che nel museo delle cere di londra hanno aggiunto camilla parker, a cui credo di somigliare in certe ore terribili, buzzatiane, vespertine.
15/10/2008 a 10:41
cf05103025
si, Azu,
da un alto mi ha fatto correre al tuo blog ove hai immesso una formidabile galleria di immagini di freaks, o quasi, che mi stupisce sempre, e meglio ancora delle figure sono tuoi dislocanti commenti :-))
Dall’altro mi ha di nuovo portato a stomacarmi, solo un poco, per l’eccessivo peso pubblicitario dato al noir italiano, con una pompa continuata.
Non è che io disdegni il noir, se buono, anzi, ma il troppo mi rompe. Già ogni giorno la cronaca quotidiana ci inonda di semimostri, assassini, tagliagole, friggitori di cadaveri, stupratori…
é che ne ho basta perché sono vecchio e stufissimo, e che anche debba sorbirmi in continuo pubblicità di nuovi noirs perché è un genere che tira, mi ha scassato.
C’è da riflettere:
Ma è vero ch’è un genere che tira, ovvero che interessano finali tragici, personaggi lugubri, mostri puriomicidi, o è un mito?
O è genere imposto, o certi trame gialle del cazzo, dei thrillers vengono fatti passare per noirs?
A quanti interessano davvero i noirs?
15/10/2008 a 16:13
enricogreg
che poi, in teoria, un museo delle cere dovrebbe essere su chi c’era. ché, se c’è ancora, allora è il museo su chi ci sta, e non se ne va.
ché poi la cera è dura e non si squaglia, manco col foco che c’era. e cosomai si prende l’estintore. quello non c’era ma ci sta.
c’era camilla e c’erano i bitols: qualcuno è di troppo e s’ha da squaglia’
15/10/2008 a 20:21
anonimo
ben detto, GREgori!
15/10/2008 a 20:46
lemmaelabel
Pensa te… CartografoMario025, ora che l’hai nominato, Joseph, te lo devo dire: ogni volta che leggo le storie di via Olivares (che qui non c’entrano, lo so, che è tutto un altro bel post) mi viene in mente l’attacco di un libro del nominato Roth; che fa così, più o meno:
Abitavo, tempo fa, nella rue des Quatre Vents. Di fronte alle mie finestre c’era il ristorante russo Tarì-Barì……
(…si tratta, poi, pur sempre di una Confessione di un assassino narrata in una notte…al Tarì-Barì, appunto)
🙂
15/10/2008 a 23:21
cf05103025
Ollamiseria!
Lemma, che paragoni!
Se io incontravo Roth Joseph in un l’altra vita io ci bevevo insieme due o tre cognac Hennessy,
poi mi bevevo tutte le sue storie come da fonte purissima d’arte e d’ingegno,
già 🙂
15/10/2008 a 23:48
lemmaelabel
Ollallà! Viaggiano le libere associazioni liberamente…aperte. 🙂
Il fatto, nello specifico, credo dipenda dall’incardinar le storie nel carattere d’una strada. Ecco! Poi , secondo me, una bevutina ce l’hai fatta con Joseph. Si si.
:))
16/10/2008 a 11:15
cf05103025
Ritorno per riferire il seguente coso:
Ieri sera trovavomi a cena con due esimie psicologhe, madre e figlia, la madre affermata psicanalista e la figlia in ramo laterale, non terapeutico;
ad esse sottoposi il mio dilemma, cioé: perché, in questo periodo, pare che i lettori ambiscano tanto a leggere noirs, o tetre trame, e gli editori tanto ne fanno pubblicità?
Le due interessate, quasi all’unisono risposero che probabilmente ogni lettore cerca nei personaggi, tragici o assassini, del noir uno specchio della sua parte oscura e in questa si confonde lecitamente nelle ore di lettura, ovvero gli è permesso, anche inconsapevolmente, almeno per qualche ore, essere un delinquente, o forse, e anche, provare ebbrezze o brividi “proibiti”.
La spiegazione mi ha soddisfatto, tuttavia sono ancora perplesso su di un pistolotto, di alcuni anni fa, che scrisse (mi pare) Carla Benedetti su N.I. 1° ove per sommi capi diceva che il noir era il genere che rappresentava meglio, in questo momento storico, l’atmosfera politico sociale italiana, l’aria che tira, insomma.
In questo fu sottoscritta alla grande dai Wuming e loro sostenitori.
Io ancora resto dubbioso.
Mah…
16/10/2008 a 11:27
e.l.e.n.a.
io non credo che sia solo l’aria che tira o il segno dei tempi.
io credo che da sempre ci si nutra di mostri. un po’ perché son specchio come t’han detto le psicologhe un po’ perché da questo specchio, alla fine, ci si vede diversi, i mostri sono gli altri, non siamo noi e i nostri cari e quindi tranquillizza.
esorcizzare il male, come la morte, mi pare esercizio consueto.
ora ce ne accorgiamo forse di più per il battage pubblicitario frutto di un marketing sempre più aggressivo nel conquistare quote di mercato.
16/10/2008 a 11:44
cf05103025
cara elena,
ti ringrazio .-))
16/10/2008 a 12:46
pispa
[audio src="http://www.frankensteinjunior.it/download/audio/luci.mp3" /]
16/10/2008 a 13:57
anonimo
Per quanto io possa avere pensieri cattivi loro, i mostri, saranno sempre peggio di me.
L.
16/10/2008 a 14:12
drake69
la maggior parte va in cerca solo del sensazionale..come dei giornalisti:)))
16/10/2008 a 15:23
anonimo
Di solito, li scanso.
Persone d’origine dubbia, certo non della mia.
O dirimpettai che aspettano solo una mossa falsa per piantare un coltello al fianco della povera kenzia, lì sul pianerettolo.
Loro, i mostri.
Ma per quanto e quanti pensieri cattivi possano avere, io potrei essere sempre peggio.
anya:)
16/10/2008 a 16:21
alog
maestro (o devo chiamarti mostro, ché qui appari?), dimmi, perché in prima pagina ieri nei giornali più letti (quelli gratuiti distribuiti nella metro e nei bus) a roma c’erano, ancora una volta e insieme, il carretta e il piero maso, che una legge forse non giusta o forse sì vorrebbe reintegrare tra i c.d. non-mostri?
perché non si trova mostruoso, piuttosto, elevare al massimo rango prima politico e poi giuridico un pecorella che difese e in modo assai subdolo tale delfo zorzi (pare che lo aiutò a sottrarsi alle indagini)?
io, non li posso più vedere sbattuti in 1. pagina, né i carretta né i maso né i pecorella e nemmeno i killer finlandesi o di novi ligure e non amo i noir, mi devo preoccupare maestro?
16/10/2008 a 17:07
cf05103025
egregio alog,
non si preoccupi troppo,
però sputi giornalmente sulla prima pagina dei quotidiani,
me lo insegnò un maestro zin zun zan onde sopravvivere con distacco….
16/10/2008 a 19:34
anonimo
io a una psicologa tempo addietro l’ho mandata pesantemente a fare_in_c. Sono un mostro?
a me ‘ste mode de’ i libri colorati mi infastidiscono
16/10/2008 a 19:35
anonimo
al numero 18 ero io: fem
ciao Marioo!!
16/10/2008 a 20:06
carloesse
I mostri si chiamano così perche li mostrano, no?
Io vado alle mostre (che alla vernice ci si beve la ciampàgna e ci si abboffa di tramezzini e di migniòn, e a gratis) e anca lì di mostri ce n’è tanti. E si mostran di per loro.
Quanto ai libri a colori io li preferisco. Anche se quelli in bianco e nero fanno tanto revàival anni 50 e 60.
Che poi il cànone è uguale, eh?
16/10/2008 a 20:52
puntogea
per me i libri sono belli o brutti, e basta.
in genere amo molto i colori, soprattutto quelli freddi, ma dipende molto..
persino il rosa può diventare accettabile se di gran mano.
certo però che une pétite robe noire di taglio impeccabile va bene sempre e con tutto.
🙂
16/10/2008 a 22:55
opi
non ho mai letto un noir in vita mia. e neanche un giallo. solo urania.
i mostri però sono un’altra cosa. da un certo punto di vista – il loro- sono bellissimi.
pure le psicologhe sono mostri, brutti però, inspecie quelle junghiane.
invece le psicologhe che s’interessano di autismi sono bellissime, pure se somigliano a camilla parker.
enrico greg, per dire, somiglia a carlo d’inghilterra e scrive pure noir.
eppure non si scioglie.
16/10/2008 a 23:05
pispa
io credo che sia un bisogno indotto, leggere per forza di noir e gialli, e una mancanza di fantasia da parte degli scrittori.
così vanno a solleticare quel voiyerismo sadico dei lettori del 2000, in cui gli scrittori stessi si rispecchiano.
insomma, tutta mancanza di fantasia e autoincensamento, vogliono essere tutti bravi e quindi puntano sul nervo per cogliere sensazioni.
per gli splatters poi, non c’è neanche da dire: l’incapacità di stare dentro una società crea individui-mostri, scrittori mostruosi e il loro mostruoso pubblico.
non perderei neanche del tempo a domandarmi questo..
ciò detto, con questa sicurezza che non so.. un buon noir moderno o antico resta un buon libro, prima di tutto.
e fa pensare, anziché spegnere cervelli.
no? 🙂
16/10/2008 a 23:10
cf05103025
Ma vedi un po’ questa mirifica cosa:
opi non ha mai letto un giallo, cavvolazzo!
Io n’avrò letti centinaia, ma mica c’ho la passione specifica,
‘cetto che per Simenon, Chandler, Hammett,
prima però mi divoravo urania, non ci dormivo, c’avevo degli occhi così la mattina.
Secondo me, ed altri, il noir ( come genere) si distingue dal giallo perché non ha il lieto fine, muoiono pure i buoni, e il colpevoli spesso la fanno franca, tutto lì, roba amara, ecco.
Poi lo stile è l’unica cosa che qualifica il testo.
16/10/2008 a 23:59
enricogreg
@ opi:
e io non ho mai mangiato Hurra!!!
a carlo d’inghilterra vorrei somigliare solo in banca ché la camilla la userei al posto dello scopettone del cesso.
e poi, io scrivo noir?!??!?!? e chi t’el disse?
oddio, ne è convinto anche il mio editore. non sei in buona compagnia, sappilo
17/10/2008 a 20:22
anonimo
mi buttai a indovinare, Charlie.
smack
tua camilla