Alcune osservazioni logistiche (e sono sempre graditi suggerimenti, pur riservandomi il giusto grado di dispotismo illuminato….)
1. Chi vuole partecipare al tour del quaderno può segnalarmi il proprio indirizzo postale entro il 12 febbraio 2006 all’indirizzo languageplayer@yahoo.it (poi parliamo dei problemi legati alla privacy…)
2. Raccolta la lista dei partecipanti ci sono due opzioni possibili: Caos e Cosmo
2.1 Caos: la lista di tutti gli indirizzi viene spedita insieme al quaderno, o scritta dentro il quaderno stesso, in modo che il primo destinatario che lo riceverà potrà poi scegliere autonomamente il destinatario dell’invio successivo, depennandolo dall’elenco; e così via, fino all’ultimo che dovrà poi rispedirlo a me.
2.2. Cosmo: sulla base degli indirizzi, traccerò su una mappa un ipotetico itinerario nord-sud-nord-sud (e certo con un po’ d’ovest e un po’ d’est e tutte le possibilità offerte dalla rosa dei venti…) in modo che ogni ricevente abbia già l’indicazione del suo destinatario successivo.
3. Tempo. Per non lasciare il compito dell’invio del quaderno alla propria progenie, in apposito testamento, credo che ogni sosta dle quadreno non dovrebbe superare i 10 giorni; un tempo sufficiente a scrivere un "salve" su un foglio, o a comporre una caricatura di se stessi in forma di sonetto, o la caricatura di un sonetto in forma di se stessi….
4. Spazio: il quaderno consta di 160 pagine (80 fogli) e misura 15X11 cm (fatto a mano dalla Legatoria Pendragon di Pisa) quindi credo sia opportuno "contingentare" le pagine destinate ad ogni autore che lo maneggerà (numero determinato in base ai partecipanti). Non avrebbe senso che il secondo o terzo ricevente si trovasse un quaderno completamente occupato dalla storia della vita del destinatario precedente, no? Dico questo per stabilire una equivalenza: 1 solo quaderno cartografico viaggiante per 1 solo viaggio, e non molti quaderni per un solo viaggio (chi vuole modificare questa equivalenza può avviare un progetto analogo e parallelo; non accampo nessun diritto di orginalità sul’idea. Anzi, il successo di un’idea sta proprio, per me, nella sua saccheggiabilità e ripetibilità. Non ci sarà, detto in altre parole, un "Quaderno Cartografico viaggiante" originale e coperto da "brevetto".
5. Costi: il costo di una busta imbottita (circa 40 centesimi) e di un paio di euro per i francobolli per la posta prioritaria (ma sarò più preciso dopo aver pesato il plico). La Raccomandata A/R avrebbe altri vantaggi e altri svantaggi (e se non sono in casa quando mi arriva? la rottura di andarlo a ritirare, etc.etc).
Domande, perplessità, suggerimenti, dubbi?
43 commenti
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26/01/2006 a 19:33
didolasplendida
alla fine del tour il quaderno a chi resta?
🙂
26/01/2006 a 19:36
cf05103025
mi piace molto,anzi mi aggrada vuoi mi sollucchera, la mappa del viaggio nord sud,
bravo Giocatore,
attendo
con friccichi di emozione
per infardare il quaderno di ogni sorta di bestialità o disegni schizzi sentenze motti nonché mappe alchemiche,
Mario
P.S: si possono ivi incollare insetti stecchiti o secchi?
26/01/2006 a 19:53
Giocatore
Tutto l’incollabile si può incollare, Mario (tranne materiali deperibili, e non vorrei che qualche artista avesse tendenze “manzoniane” – non lo scrittore….
Pensavo di conservare io il quaderno a fine tour (qui a PIsa dove è stato manufatto..) ma di passare allo scanner tutte le sue pagine per farne un file/libretto pdf da distribuire ed un blog “anastatico”. Ma il quaderno potrà anche essere concesso in visione a studiosi e curiosi….
26/01/2006 a 21:20
Flounder
io delego mia figlia – cartografina in erba – a disegnare la mappa e mi occupo dei testi.
26/01/2006 a 21:51
cf05002520
aderisco!
E suggerisco la realizzazione postuma di un cortometraggio in cui si vedono figure losche curve nane alte tre metri tentacolari impomatate grunge in giacca e cravatta tacchi a spillo cilindri e bombette che imbucano il plico nelle cassette urbane suburbane campagnole marine e montanare dei cartografi sparsi.
Con il favore delle tenebre.
26/01/2006 a 22:45
cf05103025
E’ ovvio che tutto ciò avverrà col favore delle tenebre, quando i notturni figuri si passeranno il codice segreto con la temutissima parola d’ordine che ricorda in nuce ed in nocciola il sacro giuramento.
Saremo ammantati del vetusto mantello,
innalzeremo il sacro compasso, il venerato turibolo e poi disegneremo nell’aria la la mappa della rotta eccellente.
27/01/2006 a 09:19
pispa
il sacro compasso mi fa morir dal ridere
se aderirò, ma non lo so che mi vergogno quel solito bel po’, forte dell’eros incontenibile
andrò alla cassetta postale vestita di pochi centimetri di stoffa floreal.geografica
con una scollatura vertiginosa da cui potrò vedermi i tacchi a spillo
con un fiore rosso tropicale tra i capelli, dietro la recchia sinistra
e profumata d’ambra, come ogni balena
segnerò frasi d’amore in corpo 4 Illeggible condensed bold
dedicate a ogni cartografo che sarà passato prima
e al grido di “missyyyy!” imbucherò il fatal quaderno
come fossero le lettere di anais nin a quattordici anni
27/01/2006 a 09:29
cf05103025
orca,
Che visione mitopoietica!!!
Mi ricorda la meravigliosa nascita della venustissima ed abbagliante Afrodite dalle spume del mar di Citera, per quanto alcuni mitografi affermino che la dea nascesse in acque cipriote, per cui è detta pure Ciprigna.
Anch’essa era invidiosa delle grazie altrui, forse; gli dei erano pure invidiosi degli uomini.
o Pispa, dimmi tu, chissà com’è un’Afrodite che nasce di tra le nebbie della Bovisa?
Dai, scrivici un simil simbolico metaforico allegorico racconto che poi quivi posterai!
27/01/2006 a 11:31
pispa
Afrodite tra le nebbie.
Nacque Afrodite in altro luogo, da impegni cartografi pressanti fu delegata a partecipare a una riunione conviviale in quel della Bovisa.
Nella nebbia passava il ponte panciuto durante la notte, per planare nel vecchio quartiere periferico, in quel tempo ancora un paesotto a nord della padania.
Afrodite aveva sempre ventun anni nella sua vita, e un fidanzato freak con l’orecchino, tedesco e romantico che le diceva ich liebe, junge frau e lei rideva e imparava il tedesco.
Ché con Afrodite stavano bene insieme, un corpo vicino all’altro nell’angusto spazio dell’Errequattro bianca, un po’ invaso da fumiganti paglie arrotolate profumate e non, ascoltavano musica west coast cantando per la strada lunga e guardando gli alberi che si avvicinavano lungo la prospettiva aerea del luogo.
In particolare ad Afrodite e al suo Cupido piaceva Four Way Street, con i lamenti da gatto di James Taylor e la pelata bionda e brusca di Stills, Crosby, Nash o Young?
Non si ricorda, e forse i lamenti da gatto erano di Graham Nash, mentre guardavano le diapositive della Turchia e della Cappadocia seduti per terra con tutti gli altri dèi dell’Olimpo ancora giovane.
Afrodite portava abiti a tubo lunghi fino alle caviglie, cuciti dalla madre in stoffe trasparenti a fiori grafici, oppure sangue di bue con steli lunghissimi di iris d’acqua dipinti col pennello intinto nel verde di palude.
E sandali indiani o greci di cuoio di pecora o cammello, o calzature con demì.tac sottili che svirgolavano le caviglie sottili sulle grate dei marciapiedi alla Bovisa, ma anche ovunque data la loro natura instabile.
Si metteva in trasparenza, controluce, sulla porta del bar in piazza, dove riluceva benefica figura di giovane donna priva di biancheria standard protettiva, tranne il pressoché inutile indumento nominato “slip” che nel consueto pallore si lasciava intravedere appena, per i più insistenti, tra i gigli e gli iris ìndaco, aumentando di subito le ordinazioni al banco di bevande, alcoolici e caffé.
Lei sorrideva abbassando gli occhi verdi-gialli e usciva, agganciando il suo migliore amico seduto al tavolo a giocare a briscola chiamata.
Vieni a trovarmi a Milano? Sì vengo tra un mese, rispondeva Mercurio – dio dei viaggi, anche un po’ Marte, dio delle incazzature. Poi un abbraccio e un bacio degno di Cupìdo, lì, senza vergognarsi mai e poi mai, davanti a tutti.
Gli anziani si davano di gomito, ridacchiando, e sospiravano di quella sfrontatezza angelica e giovanile, ricordando con gioia ogni sussulto, ogni lettera scritta e poi letta, per le loro Afrodite degli anni venti o trenta o anche dopo, alcuni.
Con mano nella mano camminavano dritti e sicuri nella nebbia, abiti trasparenti ondeggiavano sui sandali vicino a jeans scarpe da tennis bianche e giubbini blu da marinaio.
Coperta da uno scialle enorme marroncino daino; nessuno aveva ucciso nessun daino, ma Afrodite il cappotto non seppe mai cos’era.
Solo invecchiando imparò a coprirsi, di stracci caldi di nuvole di quelle coperte fatte a mano da Giunone stellina per stellina colorate, poi giunte insieme da sapiente cucitura di nonna zia e pure di Afrodite che imparava il gesto.
Che alla Bovisa come al Vigentino, tengono calde membra e cuore, e soprattutto tengono lontani i tremori della bella gioventù.
Ora quell’Afrodite anziana sospira come i signori al bar, ricorda, e ricordando sa che nascono Afrodite come lei continuamente, in ogni dove, con i capelli lunghi sciolti e pieni di illusioni che sbattono al vento.
A popolare il mondo, di pance scoperte e piercing, tatuaggi al braccio, farfalle tra le ciocche castane bionde more e rosse, a deliziare gli occhi di altri migliori amici e altri dèi dell’Olimpo della giovinezza.
Di questo è conscia, e si dispiace di aver poco da dire, ormai.
Se non “Con quella pancia fuori mi prendo un accidente ed una sciatalgia come niente”.
E anche Cupido, si sa, dentro forse è uguale ma fuori no, di certo, meno male!
Si gira la coperta sulle cosce ormai ben generose e sorride, perché fa freddo e neve copiosa scende a raffreddare i nasi, da Lambrate a Inganni, da Feltre al Gratosoglio, e tutte le periferie del caso e i sogni di ognuno.
27/01/2006 a 14:04
anonimo
Vorrei partecipare anche io nella persona di mio figlio, forse però. E’ concesso?
Lavinia
27/01/2006 a 16:39
cf05103025
Questo racconto mi affascina, pur tuttavia non cita del matrinonio avvenuto della suddetta Afrodite con un certo Efesto Vulcano, fabbro a Cusano Milanino, che poi mise su una trafileria metallica a Rho.
Non so che fine abbia fatto.
Hanno divorziato?
Mi si dice che avessero avuto anche un figlio.
***
Certo che il bellissimo figlio di Lavinia non può fare che straordinarie cartografie e lo voglio, sì, proprio.
27/01/2006 a 19:46
pispa
Tema: I mariti e i figli di Afrodite.
Studiai, ora qui pongo quello che ricordo.
1) che un gruppo musicale si chiamava Afrodite’s Childs, quindi di figli alcuni fecero sicuro i musicisti.
2) Afrodite di figli e regali, nella sua vita, molti ne ricevette.
Da Paride ebbe in dono una bella mela golden, gialla matura e croccantina, il pomo della discordia con sopra scritto “alla più bella” che poi non era neanche vero: il solito concorso cazzutissimo di Miss Italia ante litteram.
Oltretutto, donatole a un matrimonio non fu mica un bel gesto, e mandò sulle furie la sposa e le belle e gelose Giunone e Minerva.
Con Anchise generò Enea, che l’ho visto in tivù da piccola ed era un bel ragazzo con capelli lunghetti e barba curata, sguardo intelligente.
Poi si sposò Vulcano, per forza, con matrimonio combinato da Giove.
Infatti nacque Priapo, poveretto, un casino.
Perché la paternità del piccolo fu attribuita alternativamente a Bacco e a Vulcano.. a Bacco e a Vulcano.. così il bimbo non seppe mai e non imparò a dire “babbo” ma diceva sempre “quello là”.
“Quello là quando arriva? quello là torna stasera, mamma?” e lei distratta, mentre scriveva a Marte e pure a Mercurio gli rispondeva “c’ho da fare, c’ho da fare, vai fuori a giocare”.. così che il bimbo Priapo si imparò presto a giocar da solo, con l’unico gingillo che aveva sotto mano.
Giacché mamma comprava solo profumi per sé.
Nel frattempo che lei si intratteneva con Marte nacquero Eros e Anteros (amore e amore corrisposto) e il marito Vulcano sentì spuntar sulle fronte graziosi ornamenti di corno, di cui essendo già mostro e deforme, avrebbe fatto volentieri a meno.
Così imprigionò gli amanti dentro ad una rete straordinaria, e mostrò loro su quel letto sfatto in spettacolo agli Dèi richiamati.
Il risultato fu un disastro: vedendo Afrodite avvrazzata a Marte, risero tutti come matti e gli diedero pure dello scemo. Povero Vulcano, cornuto e anche mazziato, così s’impara che gelosia e vendetta quasi sempre non servono a una minchia.
Dioniso la sedusse e nacquero Imene (per cui tutte le adolescenti maledissero) e le Grazie.
Per Poseidone partorì Rodo.
Che più che un uomo era un’isola, con tanto di turismo traghetti e voli charter 3 o 4.000 anni dopo.
Rodo seppe far tesoro del proprio potere e diventò un furbo imprenditore senza scrupoli: costruì Rodi 2 per i grulli, a soli cento chilometri dal centro di Rodi. Appunto.
Poi venne Mercurio. Di mercoledì infatti lei rimase incinta n’atavorta e partorì Ermafrodito, presso la Clinica SoleetSalus del Peloponneso.
Il ginecologo fece un disastro, pare, che nacque una bella ragazza con voce di uomo, il giornale soto braccio e le ciavatte infradito.
Amò anche Adone, di uno stranissimo e devastante amore, rubato con l’inganno alla sua vera madre, e il giuoco dei dadi.
A scopo di lucro, che di figliare non ne poteva più.
Accompagnava le partite a dadi con copiose innaffiature di vino rubino e giocondo, che le mandava ancora Bacco di tanto in tanto, in segno di memoria della loro fugace passione “tiè bevi, litigiosa che semmai mi diventassi nù poco cchiùbbuona!”. Era terrone Bacco, sempre ubria e stracco, infatto.
Insomma pare che Afrodite non avesse gran fortuna con le donne, quanto con uomini e dadi: issa gelosa et invidiosa era , mai contenta insomma.
Anche colle amiche s’abbisticciavano e s’arribattavno per certe cazzate sull’Olimpo “ridammi il periplo che ti prestai, e tu ridammi Zeus..” insomma un tipetto un po’ tremendo.
(Per colpa sua, per esempio, la povera Elena fu chiamata troia per tutta la vita, a prescindere. Perché lei troia non lo fu, lasciò il marito dispotico, è vero. Ma lo fece perché s’innamorò, e basta)
Così cominciarono a dare ad Afrodite certi nomignoli: Apostrofìa, donna dalle passioni colpevoli e dio lo sa quanto ci avevano preso; e anche Callipigia, o bel culo, giusto che fosse l’unico suo pregio..
Finanche Filomète, amante dei piaceri.
E Tritùnia, forse perché triturava i cosiddetti a tutti, col suo carattere dolce, ma a volte proprio ‘nzopportabile oh!
Per cui invecchiò triste e un po’ incazziosa, coltivò solo rose, e non a sufficienza la sua natura piena di spine, perdendo tempo a correr dietro ad effimeri e perigliosi sensi.
Divenne una specie di Loren, anziana col birignao, che molestava tutti con critiche continue e pure la nuora, Psiche.
D’altra parte un’eredità così sarebbe stata pesante, da portare in giro, per chiunque mascùlo o femmena, figuriamoci per una che l’hanno montata un po’ di testa, a furia di complimenti e smancerie e mai ha cotto un’ovo per qualcuno!
E tutto ciò è terribile, ma gli dèi non sanno nulla, si sa.
Sbagliano, come gli uomini, ma fanno più casini.
27/01/2006 a 19:50
Flounder
ma il lifting se lo fece mai?
27/01/2006 a 20:58
pispa
credo di sì.
in un bassorilievo, posto nell’abside della Santissima Chiesa della Trinità e della Vergine, che ad Atene vidi cent’anni fa risulta:
che porta le mutanne lunghe de sù nonna, con dentro le chiappette squaccherate (che è già normale all’età sua).
ma gli zigomi son rimasti alti, un po’ gonfi a culo di topo.
come ce l’hanno tutte le subrette
la parietti, la milo, la carlucci, la zia di mio marito e la contessa vacca (alla memoria sua augusta).
e nel bassorilievo tutti quelli vicini, ridono.
tutti, tranne giunone che vedi chiaramente ha le poppe rifatte. neanche male ma..
ho intinto un po’ la lingua nell’acido muriatico, prima di scrivere.
che si sente??
27/01/2006 a 23:30
cf05103025
Tutto questo è sacrosanto e verrà riportato quale Comma Afroditico nelle Sacre Pandette Cartografiche o SPC, che saranno allegate quale poscritto obbligatorio e perentorio al Sacro Quaderno Girevole detto altrimenti, per i profani, QCV.
Però la fabricchetta del Vulcano Efesto in quel di Rho produce ancora minuteria metallica o no, tipo fulminetti o saettine gadget.
Per altro ebbi recentemente notizia occultissima dal mastro cartografo P. che i Vulcano erano due, fratelli gemelli, ambedue ginecologi, il che mi lascia perplesso.
28/01/2006 a 09:28
cf05103025
Bisognerà istituire,credo, a questo punto il culto del Grande Cartografo ed erigerne un tempio in quel di Borgomanero ove officerà il cartografo sottotenente P. che custodirà in un tabernacolo il Sacro Quaderno Girevole detto altrimenti, per i profani, QCV.
28/01/2006 a 17:56
floria1405
A me questa Afrodite stile Brooke de noantri intriga parecchio … lo dicevo che il mito e’ meglio di “Beautiful”.
E si’, aderisco all’intero pacchetto: quaderno, culto e varianti mitografiche e mitopoietiche
28/01/2006 a 23:22
cf05103025
29/01/2006 a 22:27
cf05002520
i questa mappa uso ex voto vi si narra di quando
ugo, l’attraversatore dei paese piccoli e dei paesi bianchi, mise la testa sotto il tetto del tempio.
poi risalì per le strade di serpe fino ad arrivare ai piedi del vulcano er le Vicessitudini Blu Del Destino.
c’erano un mucchio di scale.
alla prima rampa incontrò un lupo e un gatto mammone.
sulla seconda rampa l’anima di un lupo e quella di un gatto mammone.
di fuori muggiva un’onda a becco aperto che se lo voleva succhiare tutto intiero.
ugo pensò che s’era rotto ‘o cazzo e invocò il santo della limpidezza che gli mise le mani sulle orecchie.
dove andrò a finire se continuo così disse ugo al santo.
quello che il santo rispose ugo non lo capì manco un pò avendo le orecchie attappate.
ma fu salvo.
mica tanto anzi.
29/01/2006 a 23:06
cf05103025
Fu allora infatti che Ugo si girò indietro e vide il cugino Ernesto che gli tendeva una mano, si rincuorò e la strinse, però essa era inguacchiata di olio esausto per fui ci fu un malinteso.
Cioè Ugo dovette andare a lavorare da aiuto meccanico nella postofficina di Ernesto.
30/01/2006 a 06:40
pispa
Ernesto, il cugino di tutti, sempre pronto a dare una mano.
quando gli conviene però, accidenti!
incontrò mai nella sua vita qualcuno che li svelasse il senso della vita, cioè che non era solo riciclaggio furto con scasso e con destrezza?
non fu mai scosso da desiderio di conoscenza e profondità d’animo e di pensiero?
lo conosco da poco,
30/01/2006 a 08:54
cf05103025
Ernesto è una brava persona, solo che talvolta ha delle sue bizzarrie.
Ernesto mi ha detto che vuole avere il suo turno del quaderno girevole, anzi che ci incollerà bulloni 2 + viti Parker 3 + ultimo progetto di idrovolante a cellule solari + scarafaggino mongolo
30/01/2006 a 12:25
Effe
deh, si costruisca allora a Pisa, o altrove, apposita teca come di Sindone, e ivi si posi il Quaderno Esausto e oracolare, dopo il periglio e la vaganza, e colà s’adunino i cartografi ufficiali, quelli di truppa e gli aspiranti, per venerar la reliquia e invocare come segno benigno lo scioglimento cardinalizio dell’inchiostro ivi raggrumato.
(amen)
30/01/2006 a 13:15
cf05103025
Et benedictio Magni Cartographi,
olè,
quia necesse est,
oplà
30/01/2006 a 13:56
cf25302015
beh, però, a me piace l’idea della scrittura per/in strada.
Andate a guardare da Effe.
30/01/2006 a 15:48
anonimo
http://www.magnaromagna.it/test/lavoroideale.php
30/01/2006 a 16:53
Giocatore
A dire il vero, a me (ebreo-cattolico-protestante-postilluminista) bastano e avanzano le religioni esistenti….purtroppo è così facile creare un “culto”.
Il quadenro è pagano, e vivrà di tradizione orale. Beati quelli che ne ascolteranno i racconti senza averlo visto e toccato con mano, perché appartiene a loro il Regno dei Quaderni Viaggianti….
Dal blog, alla carta, all’oralità. Questo è il necessario salto all’indietro, pre-tecnologico, che consentirà di far viaggiare nel tempo le nostre storie…
30/01/2006 a 18:38
lilas
Anch’ io ho aderito e promuovo l’ ipotesi Cosmo, viaggio preorganizzato del quaderno da Oriente ad Occidente da Nord a Sud: bellissimo!
Gradirei si evitassero insetti e carcasse sbriciolati al suo interno
;-DD
Ovvio che si posterà nottetempo e si farà tutto in top secret.
Già immagino l’ espressione sbigottita del consorte ( sospettosissimo per quanto riguarda la Rete) se venisse a sapere che sciorino indirizzi per web, come panni al sole eh eh ;-))
30/01/2006 a 18:50
cf05103025
Io però le viti Parker nel quaderno ce le metto, anche una lametta da barba Bolzano arruginita che fu di Saint Paul Barbizon e un pennellino giapponese già appartenuto a Hiroaki Asahara.
31/01/2006 a 10:54
Giocatore
Riccionascosto ha proposto soluzione ottimissima per la privacy degli indirizzi…e ne ve darò conto a breve (comunque, ognuno avrà un solo indirizzo postale a sua disposizione)
Se qualcuno si taglia con la lametta che scriva col sangue la sua lamentela…
31/01/2006 a 13:39
cf05103025
“Col sangue cavato dalla lametta arrugginita”
era il titolo di un noir bellissimo di Ernesto
24/02/2006 a 17:09
anonimo
Vediamo se ci riesco. Se ci riesco a dire alcune delle cose che penso, rischiando di essere fraintesa e rischiando, anche senza averne -credetemi- alcuna intenzione, di offendere qualcuno. Lo scrivo qui, un post antico, e ora, a quaderno partito, perché credo sia giusto che l’iniziativa vada avanti con le persone che hanno scelto di farlo. Sono una cartografa della prima ora, una di quelle che riconoscevano a tal punto la natura di mandala di questo blog da togliermene, ad un certo punto, per essere fino in fondo libera, come solo i matti ( i pazzi sono più nobili) sanno essere. La sensazione di ciò che è ora è proprio quella di un vetro poggiato su di un mandala. Ottima fortuna al quaderno, ma, come ho già detto altrove, da dove il quaderno è nato, non è roba da cartografi folli. Non disturbatevi a rispondermi, sto disperdendo il mio, di mandala, e non avrei tempo per spiegarmi ulteriormente.
Sinceramente con molto affetto.
già cf20252520
24/02/2006 a 18:54
Giocatore
Per me tutte le sensibilità, i punti di vista, le idee sono rispettabili e possono arricchirmi. Non conosco l’ortodossia della “cartografia folle”: Paolo mi ci invitò dentro diverso tempo fa, ho giocato con lui, con voi, tra noi, portando le mie idee,le mie cianfrusaglie, biciclette abbandanate e rugginose, biogeografie e un po’ di sabbia dentro ai sandali.
Non pretendo che l’idea del quaderno piaccia in sé, o che debba interpretare lo spirito di questo blog collaborativo; è un’idea come un’altra, nemmeno originale, forse. Un gioco di scrittura e posta. Forse non sarà folle, e nemmeno cartografica. Pazienza. Qui ha trovato ospitalità e qualche gradimento. E per me è davvero già molto.
Matteo
24/02/2006 a 20:17
opi
io non ho capito una cosa: ma il quaderno sarà a tema? quando mai mi sono interessata d’essere a tema poi. comunque non credo che sia a tema.
Chi è la cartografa 2025? misery? non mi pare.
perchè dici che il mandala è sotto vetro?
volendo delirare io avrei visto il passaggio del quaderno come una staffetta: il quaderno/testimone da portare a mano.
il contenuto delle 3 pagine sarebbe stato ciò che il portatore vedeva e sentiva nonchè percepiva del luogo ove era capitato.
Con parole, disegni, fotografie, nonchè punto a croce.
e a capo.
24/02/2006 a 20:19
anonimo
E fai bene. Sentivo solo la necessità di dire.
Ancora saluti.
oltre cf20252520
24/02/2006 a 20:21
anonimo
Non sono Misery, mi chiamo Nadia.
24/02/2006 a 20:22
opi
che è ‘sto sangue della lametta rugginosa? dove sta? ernesto chi? mi piace.
il sangue della rametta lugginosa.
24/02/2006 a 20:22
opi
ah nadia ciao
24/02/2006 a 23:01
cf05103025
Mio cugino Ernesto, orca, lo sanno tutti che Ernesto è mio cugino:
mi ha detto che se mi becca il quaderno quando mi arriva ci fa lui anche tre pagine,
anzi ha detto che potrebbe, dice potrebbe, far opera totale segnata da un bel buco, tipo Fontana,
cioè lui ci spara dentro con un suo schioppo mongolo, cioè lui dice solo su due pagine, che fanno quattro facciate, certo.
Però dice che se non lo lascio fare, mi spara a me.
Poi in fin dei conti il libro col buco è cosa passabile, no?
Io ci metto le cimici,
lui il buco,
così le cimici passano dal buco e prendono aria,
magari anche lumache, non so,
ecco un libro girevole zoofilo,
roba moderna, ambientalista.
24/02/2006 a 23:02
cf05103025
ciau nè, Nadia ciau,
torna subito qui
26/02/2006 a 14:38
opi
come faccio bene?
faccio bene a fare che?
ma perchè soprattutto sta così incazzà Nadia?
26/02/2006 a 15:38
anonimo
Nadia non é incazzà. Sembro incazzà? Mi spiace, davvero non lo sono, non me lo posso permettere in questo periodo. Davvero.
Nadia
27/02/2006 a 14:35
opi
si, sembri incazzà, un pò.
ma se non sei incazzà e sei invece trist, mi dispiace di più.
ciao