Stanotte avevo iniziato un libro del giudice Cantone edito da Mondadori, comprato su di una bancarella, sulla sua carriera nell'antimafia e varie. Dopo alcune pagine l'ho smesso, un po' per lo stile per me insoddisfaciente, un altro po' perché imbarbito ormai da troppe terribili storie di camorre maffie et altre scelleratezze italiche.
Per cui ho allungato il braccio verso un altro libro di recente acquisto presso il mio esimio amico remandeirista Andrea del Pianeta Fantasia, ed ho afferrato "La mia vita" di Marc Chagall scritto dall'eccellente pittore & maestro nel 1921, edito da SE nel 1997.
Ci ho trovato quello che volevo, subito: dopo quattro righe ero già entrato nel fascino "magnetico" di quella narrazione.
Metto qui solo qualche riga, non ho più un sistema OCR, per scannerizzare, per cui devo copiare.
Mia madre era la primogenita di mio nonno, che metà della vita si riposò sulla stufa, per un quarto nella sinagoga e per il resto in macelleria. Si riposò tanto che la nonna non potè reggerlo e morì nel fiore degli anni.
Fu allora che il nonno cominciò a muoversi. Così si sono mosse le vacche e i vitelli….
10 commenti
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26/05/2010 a 19:50
carloesse
Ossissì. Questo è scrivere con i cazzi e controcazzi!
27/05/2010 a 08:18
cf05103025
ooohCarlo!!Bentornato!
27/05/2010 a 12:54
anonimo
la forza di quel riposarsi sulla stufa! quando da piccola, ma proprio tanto piccola, lessi di straforo i racconti di cecov vi trovai, tra gli altri, un nonnetto che si riposava "seduto sulla stufa": ovvio che, pensando alla stufa con i cerchioni infuocati che stava nella grande cucina in campagna, o alle stufe di terracotta o di ferro che stavano nelle stanze in città, ero spaventata e incredula. pensai ad una tale che, si diceva, avesse una anomalia di cui non so più il nome per cui non sentiva il dolore e si bruciò sedendosi sulla stufa di ghisa. solo tardi scoprii che cos'erano quelle stufe nelle itzbe o nelle dacie, ma anche le nostre stube altoatesine (yodell lalà iiihhh!).fascinoso questo incipit: c'è la (bielo)russia ebraica, con il suo umorismo e la sua miseria e la sua felicità primordiale. voglio questo libro!grazie, ma'
27/05/2010 a 16:53
cf05103025
@Lucy,quello di sopra non è l'incipit, ma un branetto della quarta o quinta pagina.Purtroppo non ho potuto mettere l'inizio/incipit che è leggerissimo e esempio di uno stile molto personale, degno di un appartenente alle storiche avanguardie del' 900.Avendo avuto dei guai al PC, per casini Microsft nel mese scorso, ora giro con Ubuntu, ma non ho ancora installato un programma OCR per scannerizzare brani di testo, ( come facevo prima, dai libri) per cui se riesco pongo qui pure l'inizio
27/05/2010 a 16:59
cf05103025
Ho posto pure, qui, la copertina della SE che non è l'originale del libro francese del 1931, ma un dipinto, non proprio pertinente, di Chagall.E' un bel libro illustrato da alcuni disegni.
29/05/2010 a 23:54
aitan
M'hai fatto venire voglia, ché sono anch'io alle prese con il libro insoddisfacente che non ho ancora il coraggio di abbandonare.
30/05/2010 a 19:32
cf05103025
@AitànE poco prima avevo finito un interressante romanzo di Jean Claude Izzo, con quel bell'ambiente marsigliese incasinè che mi gusta tanto:Les marins perdu"Marinai perduti" per e/oStorie di marinai alla fonda, greci, turchi e libanesi, gente mediterranea, qualche oriundo italiano, pochi francesi … e cibi colori sentimenti sudori macchie di grasso scazzi tristezze nostalgie amori perduti pugni rimpianti,ne vale la pena,un romanzo al maschile, tuttavia con figure femminili intense, forti e sfacettate
04/06/2010 a 13:30
yaki
stavo per scrivere sempre una cosa, ma è cambiato il post.la scrivo oggi.ho comperato un libricino alla mostre delle ninfee di Monet.un'autobiografia.santo cielo, non ho ancora avuto il coraggio di leggerla, un'ossessione per le care amate ninfee che coltivava e dipingeva.lui aveva un giardino bellissimo, dove stava col suo cavalletto, pittura en plein air.eppure mi ci vedevo tanto dentro, un esistenzialista nudo e crudo dalla prefazione.."Non dormo più per colpa delle Ninfee. Di notte sono ossessionato da ciò che sto cercando di realizzare. Mi alzo al mattino piegato dalla fatica. L'alba mi ridona il coraggio, ma l'ansia torna non appena varco la soglia dello studio. Dipingere è così difficile e torturante. Lo scorso autunno ho bruciato sei tele insieme alle foglie morte del mio giardino. Ce n'è abbastanza per far perdere la speranza. Ciò nonostante non vorrei morire prima di aver detto tutto quello che avevo da dire o, almeno, di aver tentato di dirlo. E i miei giorni sono contati.. domani, forse.."io questi tormenti li ho già, ma per altri motivi, non artistici.capisco perché nessuna donna diventa famosa come artista: perché non ne ha il tempo, deve occuparsi degli altri.mi piacerebbe forse perdere tempo a preoccuparmi per le ninfee.. beato lui 😀
04/06/2010 a 19:48
cf05103025
cara Yaki, non sono più quei tempi,e alcune donne sono state famose come artiste, già nell'800,ora molte sono notissime e girano il mondo gallerie mostre etc.E' pur vero che la cura della famiglia porta via molto tempo e crea affanni. Ma anche questo non è un assoluto.Ci sarebbe un lungo discorso da fare su varie vite d'artista, con esempi,però è molto lungo.Ci sono molte varianti.Secondo me, però è che l'arte sentita dentro come esigenza vitale richiede un cura e una dedizione fortissima e fa sovente soffrire, ma non sempre, fa anche gioire, talvolta, esalta,eccita anche.Bisogna crederci fino in fondo, totalmente e avere un gran forte superio…
04/06/2010 a 22:49
yaki
non sono quei tempi per chi può fottersene degli altri e vivere solo per sé. una cosa che non posso più fare io.è brutto, ma il poco tempo che ti rimane ti rimette in contatto con parti di te stessa appena sufficienti a desiderare di fare qualcosa.e poi è finito già il tempo.e poi, sinceramente, sai che molte cose che vedo ora, non mi sembrano proprio cose d'arte?anzi. pattumiera in certi casi 😉